venerdì 8 novembre 2013

Asiago, l'impresa Savi dimostra che i cittadini ci rimettono

Tratto dal giornale di Vicenza

«Servizi pubblici “in house”, costi maggiori»

Con un ricorso al Tar contro Asiago, l'impresa Savi dimostra che i cittadini ci rimettono
06/11/2013
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Un centro di raccolta rifiuti urbani
Se i giudici del Tar Veneto lo accoglieranno - e chi lo propone sa di avere buone carte in mano per convincerli che è nel giusto - è un ricorso destinato fare storia. Perché accende un riflettore su un pianeta “a parte” della nostra economia: quello degli affidamenti diretti di servizi da parte degli enti pubblici, senza alcuna gara e con la formula della gestione “in house”, in casa. Una gestione che dovrebbe garantire efficienza e minore spesa per i cittadini, ma che forse non lo fa. Ne è convinto l'imprenditore Paolo Vivan, che è noto anche come delegato di Confindustria Vicenza per l'università ma che in questo agisce come titolare della Savi Servizi di Sandrigo.
È suo il ricorso al Tar Veneto contro il Comune di Asiago che in agosto ha deciso di prorogare l'affidamento diretto della raccolta e smaltimento rifiuti alla Etra, società multiservizi di Bassano che ha come soci ben 75 Comuni e che in ben 75 casi gestisce appunto il settore rifiuti. La situazione è nota: in genere i Comuni sono soci di queste società ex municipalizzate e quindi possono affidare “in house” i servizi (rifiuti, o acqua), senza gara.
La Savi, viceversa, è un'azienda privata che gestisce anche il servizio rifiuti per Comuni che hanno indetto gare. E il suo ricorso - è assistita dall'avv. Alessandro Lolli di Bologna - in realtà rischia di diventare un caso che fa storia. Perché prova a mettere sul banco degli imputati, e lo fa in maniera scientifica, il “cavillo” che a suo tempo è stato introdotto nella legge per dire da una parte che è d'obbligo fare la gara, ma dall'altra che è ancora possibile procedere con le gestioni “in house”: basta approvare, dice la legge, una relazione che faccia una “analisi di congruità” che dimostri che anche “in casa” il Comune ha un servizio efficiente che non gli fa spendere più del dovuto. Proprio su questo la Savi ha alzato il tiro: nella relazione depositata al Tar «abbiamo paragonato costi e servizio di Asiago con tutti i Comuni del Veneto e della Lombardia - spiega Vivian - individuando alla fine i Comuni davvero paragonabili, come caratteristiche, ad Asiago: e a quel punto ne esce che gli asiaghesi pagano più del 40% di altri».
Proprio qui sta il punto che preme a Vivian: dimostrare, numeri alla mano, che ai cittadini oggi non conviene che gli enti pubblici continuino a “gestirsi in casa” i servizi che hanno valore economico, magari affidando quello che sarebbe il ruolo di manager a persone che hanno solo meriti politici. Meglio invece che gli enti si trasformino in “regolatori efficienti”, cioè in controllori che sono in grado di scrivere bene un bando di gara, di indire l'appalto e di controllare - evitando anche infiltrazioni sospette - che l'impresa che vince la gara sia in grado di offrire un servizio efficiente e a costi minori. «Così poi - rimarca Vivian - c'è meno da lamentarsi di aumenti e batoste dovute a Tia, Tares o Tasi. Anche perché ad esempio un'azienda privata di questo settore non ha certo un numero di impiegati pari agli operatori tecnici, come oggi avviene invece in aziende pubbliche».
«L'Antitrust - conclude Vivian - ha inviato una segnalazione a Parlamento e Governo: “Un mercato dei servizi locali in cui solo il 40% degli affidamenti del servizio di gestione rifiuti avviene con gara non è concorrenziale”. Dobbiamo renderci conto che un servizio non é pubblico perché l'ente pubblico lo svolge, ma perché lo regola, e con una gara va a stimolare la concorrenza tra aziende specializzate che devono investire ed innovarsi per rimanere competitive. Senza tener conto che se i Comuni decidessero di battere questa strada, oltre a recuperare efficienza e costi minori, potrebbero dare una scossa salutare all'economia, aprendo ad esempio un nuovo filone di sviluppo per le tante imprese attive oggi nell'edilizia che sono colpite dalla crisi».P.E. 

giovedì 13 giugno 2013

Riportiamo il comunicato inviato sulla strada ed il ponte di Sasso, dal comune di Asiago

I L S I N D A C O
R E N D E N O T O
CHE PER CONSENTIRE UN REGOLARE ACCESSO ALLA
FRAZIONE SASSO NEI GIORNI DELLA FESTIVITA’ DI
SANT’ANTONIO, I LAVORI DI RIFACIMENTO DEL PONTE
STRADALE SULLA VAL DI MELAGON IN LOCALITA’
VAL CHIAMA (STRADA COMUNALE ASIAGO-SASSO)
VERRANNO POSTICIPATI ALLA SETTIMANA DAL 24 AL
28 GIUGNO 2013.
A PARTIRE DAL GIORNO LUNEDI’ 24 AL GIORNO
GIOVEDI’ 27 GIUGNO 2013 LA STRADA IN OGGETTO
SARA’ INTERROTTA IN ENTRAMBE LE DIREZIONI PER
LA DEMOLIZIONE COMPLETA DEL PONTE E SUA
RICOSTRUZIONE.
DALLA RESIDENZA MUNICIPALE, li 12 GIUGNO 2013
 IL SINDACO
 - ANDREA GIOS -

giovedì 23 maggio 2013

Un cittadino di Sasso ci ha portato questa lettera sulla zona del ponte di ValChiama

Una segnalazione del punto vicino al ponte fu fatta da diversi cittadini di Sasso e protocollata al comune di Asiago, il 6 novembre 2012. Nelle lettera si riportava la pericolosità del tratto. E si invitava il comune al controllo. Forse meglio mettere, a questo punto, anche in sicurezza quel tratto attiguo al ponte, visto che nessuna manutenzione è ora prevista per il resto della strada. I cittadini sono la sentinella del territorio perchè lo transitano tutti i giorni, alle volte basterebbe solo anche ascoltarli e verificare. La lettera è rimasta senza risposta fino ad oggi. Il nostro motto è : prevenire è meglio che curare. 
Purtroppo molte strade anche delle contrade di Asiago sono ridotte a gruviera. Gli ultimi investimenti risalgono al 2010, con uno stanziamento di 250.000, come riportato dall'articolo di Maurizio Rossetto che trovate a questo punto.      Aver pianificato meglio nel corso degli anni gli investimenti in ordinaria manutenzione avrebbe evitato questo. Non è vero che i soldi non c'erano a causa di Mario Monti ed il patto di stabilità. I soldi c'erano, ma sono stati spesi nel fotovoltaico da 1.000.000 € e su una pista dentro la Millepini, illuminata e con innevamento artificiale che sarà utilizzata da pochissimi. Queste opere, andavano fermate e dato priorità alla sicurezza strade. 


mercoledì 22 maggio 2013

Il nostro sito viene letto anche dagli amministratori? .. ora ne siamo certi..Ponte in località Sasso Via ai lavori d'urgenza


Zoom FotoDopo la lettera del cittadino di Sasso che sollecitava l'allargamento e la messa in sicurezza del ponticino sulla strada di Sasso, il comune prontamente fa pubblicare un altro articolo in cui si partirà con urgenza con i lavori e la messa in sicurezza, ovvero il suo allargamento. Che sia stata solo una casualità?.. noi crediamo in parte di no. Evidentemente per una volta la protesta mediatica, dopo quella forte fatta per la sicurezza nell'asilo di Sasso/Stoccareddo con la raccolta di 180 firme è servita a qualcosa. Ricordiamo che poco tempo fa.. la strada era anche stata dichiarata dalla stessa amministrazione pericolosa mettendo un segnale e poi prontamente tolto di 30 km all'ora. Non sono coincidenze se escono questi mali di mala manutenzione. Vedi articolo sugli indignati di SAsso. 
In questi giorni abbiamo notato un fortissimo traffico nel Messaggio (post) internet relativo alla strada di SAsso. Per cui onore al merito ed un plauso anche al sindaco Gios e all'ass. Giampaolo Rigoni che hanno agito da "buon padre di famiglia" mettendo tra le priorità per questa volta, non piu' centri benessere milionari o tetti fotovoltaici ma anche manti bitumati e manutenzione strade (link delle 9 opere progettate  per l'ultimo anno di amministrazione). In fondo crediamo che una Città e le sue contrade tenute bene per i residenti, sia il migliore biglietto da visita anche per i turisti. In questi tempi non possiamo piu' essere pindarici ma unicamente "umili". 
Ora aspettiamo i lavori .. grazie e buon Ponte a tutti.
Stay tunned.. 

(ps: l'articolo è unicamente di valore politico, sulla celerità dei tecnici nulla da dire)



pubblichiamo l'articolo dal giornale di vicenza al link pubblico 
ASIAGO/1. La struttura sulla strada comunale è molto deteriorata
Il sindaco: «Lo ricostruiremo completamente»

18/05/2013
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Manca solo il via libera del Genio civile per far partire i lavori sul ponte lungo la strada comunale di Sasso di Asiago. La settimana scorsa l'ufficio tecnico comunale, impegnato in vari controlli sul territorio, aveva scoperto che il piccolo ponte in località Palauri era fortemente deteriorato. Subito sono stati incaricati dei periti indipendenti, gli ingegneri Paolo Costa e Massimiliano Pretto, che hanno riscontrato che «la struttura portante, costituita da travi in acciaio, è in cattive condizioni di conservazione ed in particolare la prima posta lato monte è profondamente intaccata dalla corrosione tanto che di fatto risulta per una metà completamente priva di anima». Verso valle invece sia i travi sia la soletta in calcestruzzo versano in condizioni migliori. Causa del danno sono gli agenti atmosferici e il sale sparso contro il ghiaccio. Per evitare che il lato rovinato possa crollare il sindaco Andrea Gios ha subito istituito un senso unico alternato per le auto e vietato il transito a mezzi pesanti. In più è stata avviata immediatamente una procedura d'urgenza per la ricostruzione del ponte. «Una procedura che ci permette di avviare l'opera anche senza la copertura finanziaria e con l'assegnazione diretta dell'appalto senza dover attendere i tempi lunghi del bando d'asta – spiega Gios – Per la copertura finanziaria, appena avviata l'opera si farà una variazione di bilancio in consiglio ma l'importante è ripristinare la viabilità completa e sicura agli abitanti di Sasso. Stiamo solo attendendo il via libera dal Genio civile, ente competente in tutti gli ambiti dove ci sono corsi d'acqua». «Si è deciso inoltre per la completa ricostruzione del ponte invece di un intervento manutentivo perché, visto il grave stato di degrado, riteniamo che la manutenzione non garantirebbe la sicurezza – prosegue – Inoltre per assicurare la continuità della viabilità la ricostruzione procederà in due fasi partendo dalla parte a monte. Si coglierà l'occasione anche per allargare il ponte in vista del terzo stralcio della messa in sicurezza della strada comunale del Sasso».
Gerardo Rigoni

giovedì 16 maggio 2013

Il ponte di Val Chiama a rischio cedimento


Pubblichiamo email giunta da un residente di Sasso:
Riportiamo dal giornale di Vicenza, l'art. che potete trovare qui, si legge che " Il sindaco Andrea Gios ha immediatamente imposto una viabilità alternata lungo il ponticello, visto che il lato di valle versa in condizioni di stabilità nettamente migliori."
Ci dispiace che il Sindaco non abbia parlato di un intervento urgente di messa in sicurezza ed abbia solo imposto la viabilità a senso unico. 
Il passaggio ora si trova in piena curva, con una pericolosità molto alta, speriamo che oltre la ponte decadente non vi sia ora un maggior pericolo di viabilità. Sarebbe anche opportuno che la strada, cogliendo l'occasione, venisse anche allargata in questo punto. Già molto stretto e pericoloso. Potrebbe essere un peccato non sfruttare l'occasione della messa in sicurezza per un ampliamento del ponte di almeno un metro, sicuramente un intervento che andrebbe in sinergia con il futuro ampliamento della strada. Certo siamo in parte anche nel territorio di Valstagna e forse questo potrebbe un po' frenare le pratiche burocratiche.  Ma è anche vero che la situazione è grave ed urgente. Vedremo ora i tempi di rifacimento e le opportunità di fare un buon lavoro. 
Facciamo quindi partire il cronografo.... ed il cronoprogramma :). 
Un residente della frazione di  Sasso. 


ASIAGO. Nella strada per Sasso istituito un senso unico alternato. Le intense precipitazioni hanno deteriorato parte  della struttura portante Lavori al via tra dieci giorni
15/05/2013
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Il ponte pericolante lungo la strada per la frazione di Sasso. RIGONI
Rischio crollo lungo la strada per la frazione Sasso. Il ponte situato in Val Chiama all'incrocio con la Val di Melago, lungo la strada comunale Asiago-Sasso, risulta gravemente deteriorato nei supporti della carreggiata.  La scoperta è stata fatta dai dipendenti degli uffici Tecnico e del Patrimonio del Comune di Asiago, intenti a controllare i punti di scorrimento delle acque dopo gli intensi nubifragi dell'autunno scorso.  Mercoledì è toccato alla strada comunale di Sasso e al ponticello che attraversa il letto di un torrente, normalmente in secca, che scarica le acque provenienti dalla Val di Melago.  Già al primo impatto i tecnici comunali, assieme ai periti ingegneri Paolo Costa e Massimiliano Pretto, si sono accorti che le la struttura portante (costituita da travi in acciaio poste a circa un metro l'una dall'altra, sovrastate da un solettone in cemento di 35 centimetri), è gravemente deteriorata. La prima trave dal lato di monte è in pratica priva di anima: con una sollecitazione forte come un nuovo acquazzone o un camion particolarmente carico, il ponte potrebbe anche crollare. E anche se l'altezza è di poche decine di centimetri, chiunque transitasse in quel momento subirebbe danni al proprio mezzo, oltre a rischiare conseguenze fisiche. Il sindaco Andrea Gios ha immediatamente imposto una viabilità alternata lungo il ponticello, visto che il lato di valle versa in condizioni di stabilità nettamente migliori.  «La struttura originale, di cui fa parte il lato a monte, risale con ogni probabilità a poco dopo la fine della Grande Guerra - spiega il sindaco -.
Tutti i particolari nel Giornale in edicola
Gerardo Rigoni

sabato 27 aprile 2013

I soldi per gli asfalti delle strade c'erano, eccome!!!!

  Ma sono stati impiegati altrove.   Dico subito che ritengo la viabilità e la sicurezza della circolazione un aspetto di fondamentale importanza  per i cittadini, soprattutto in una località turistica di montagna come Asiago. Una spesa fatta per il mantenimento degli asfalti va prima di tutto a beneficio di chi tutti i giorni transita per le strade, oltre a costituire un biglietto da visita per Asiago e l'Altopiano, a favore del benessere dei turisti che dovrebbero trovare qui il loro "salotto" di relax e di ferie.   Strade (e marciapiedi) in ordine significa anche decoro urbano ed economie di altro genere (inutile lamentarsi dell'aumento delle polizze di assicurazione e delle richieste di risarcimento, anche infondate, se le strade sono in pessime condizioni e prestano il fianco agli approfittatori). E' naturale quindi che le polizze aumentino se non si fa nulla per la manutenzione ordinaria degli asfalti.   Per venire al punto, è mio parere che questa Amministrazione comunale non abbia speso quanto necessario per i manti bituminati in questi anni.   Trovo che sia per niente obiettivo dire, come fa il Sindaco Gios, che la causa della situazione penosa delle strade ad Asiago sia da ricondurre al patto di stabilità e alla sua "morsa micidiale", perché è assodato e sotto gli occhi di tutti che l'impegno di spesa del Comune per i manti bituminati è, da anni e anni, largamente insufficiente. Diciamo pure che l'affermazione di Gios, a cui è stato dato ampio risalto sulla stampa, di essere disposto a farsi mettere in carcere pur di sforare il patto di stabilità è una sparata. Le scelte di politica finanziaria del Comune di Asiago sono senz'altro discutibili. Non è possibile, in periodi di "vacche magre" come questo, investire cifre nell'ordine di € 1.000.000 nel 2012 nell’impianto fotovoltaico presso lo stadio del ghiaccio di Asiago ed esaurire tutto il margine del patto di stabilità e poi dare la colpa di tutto ai parametri del patto di stabilità stesso. Questa non è politica del “buon padre di famiglia", non è politica di chi dice di proteggere prima di tutto i cittadini. Prima di investire in impianti di dubbia resa, il "buon padre di famiglia" avrebbe dovuto investire nei manti bitumati, nei marciapiedi e, in definitiva, nella sicurezza e non destinare tutte le risorse effettivamente utilizzabili in un investimento al lungo termine. Come rammenta in ogni articolo il Sindaco Gios, ci sono circa € 2.500.000 in cassa, i quali non posso essere spesi. Ma allora perché fare un impianto fotovoltaico in un periodo così difficile al solo fine di accumulare altre entrate che non possono essere spese? Una buona amministrazione dovrebbe almeno garantire la manutenzione ordinaria, come quella dei manti bituminati.   Ci troviamo di fronte ad uno scenario difficile: quando in sede di approvazione del bilancio del 2012 ho sollevato la questione e detto che, per il momento, l'investimento non si sarebbe dovuto fare, sono stato tacciato di "catastrofismo". Le registrazioni sono disponibili sul sito internet del Comune.   Passando a dati obiettivi, invece, lo stanziamento di bilancio allo scopo è stato complessivamente di euro 250.000 nel triennio 2010-2011-2012, pari a euro 83.333,33 per ogni anno. Non è vero, come, invece, ci è toccato di leggere sulla stampa locale, che "annualmente Asiago spende 250 mila euro per i manti bituminati oltre alle manutenzioni ordinarie con asfalto a freddo…", il che significherebbe euro 750.000 per l'intero triennio, cioè una cifra esattamente tripla rispetto a quella effettivamente impiegata. Quindi sono stati spesi € 250.000 nel 2010 e poi basta. Ma cosa ci vengono a raccontare? La matematica di bilancio non è un’opinione.   E’ chiaro non si può considerare nella spesa per i manti bituminati o asfalti le “grandi opere”, quali il rifacimento di piazze, la costruzione di rotatorie o l'allargamento di strade solo perché prevedono la posa di asfalto, perché una cosa è la spesa per la manutenzione ordinaria e periodica, un'altra sono interventi "straordinari". Il miglioramento della qualità della vita dei residenti e il potenziamento della competitività ricettivo-turistica passa per tutte le strade ed i marciapiedi di Asiago (e di tutto il nostro Altopiano).     L'argomento manti bituminati si sviluppa in simbiosi con quello dello sgombero dalla neve. Anche qui, dico subito che la mia posizione è netta ed intransigente: non è pensabile che una località turistica montana, la quale, indissolubilmente, lega le proprie sorti e fortune di stazione invernale alla presenza di neve, non abbia i soldi per sgomberare le strade dal soffice manto nevoso. Tale problema non dovrebbe nemmeno porsi e il fatto che, al contrario, esista e sia attuale, deve realmente far riflettere. L'adozione, da un paio d'annate, del c.d. compenso forfettario fisso, quale limite prefissato di spesa per lo sgombero delle 15 zone del circuito viabilistico comunale, rende ancor più intollerabile ed inescusabile quella che può ritenersi una vera contraddizione in termini. Ricordo che l'inverno 2011/2012 non è nevicato, quindi i risparmi sulle spese di sgombero neve avrebbero dovuto coprire ampiamente le necessità di questo inverno. E' paradossale che il Sindaco Gios si lamenti del numero (e degli importi) delle richieste di risarcimento danni al Comune a causa dei fondi dissestati delle strade (e dei marciapiedi) quando la situazione è quella sopra delineata. Per passare ai numeri reali, non è vero che, sempre secondo quanto riportato nella stampa locale, il premio della polizza di assicurazione per la responsabilità civile, pari ad euro 50.000, "è raddoppiato rispetto al 2012 per le tante richieste di risarcimento danni". E' vero, al contrario, che il premio della polizza in questione era nel 2011 pari ad euro 56.439,46 e nel 2012 pari ad euro 53.539,91 (quest'ultimo non ancora definitivo e soggetto a ritocco), mentre nel 2013 è previsto ancora per euro 53.539,91, cifra destinata a mutare, eventualmente, in funzione degli effettivi risarcimenti erogati dall'assicurazione. I dati comunicati alla stampa, quindi, si palesano come falsati ed inattendibili. In ogni caso, è ancora una volta il cane che si morde la coda: si risparmia sulla manutenzione delle strade e si finisce per pagare di più sul premio di assicurazione. A chi dare la colpa di tutto ciò? A chi se ne approfitta con richieste di risarcimento infondate ? Però esistono anche quelle fondate, eccome, visto lo stato pietoso delle strade. Va anche detto che le abrasioni e buche dei fondi stradali sono direttamente correlate con la posa di manti di asfalto sottili, i quali non garantiscono una durata accettabile. Viceversa, la levata in profondità e stesura di manti spessi e consistenti garantisce una durata ben diversa e maggiore. Ancora una volta, è questione di scelte politiche e, quindi, di destinazione altrove delle risorse economiche.   In conclusione, sono molto preoccupato di come si è evoluta la politica finanziaria e di bilancio della giunta Gios. La volontà di sfondare il patto di stabilità con le possibili penalità per il futuro della Città di Asiago, le nove opere da oltre € 2.000.000 che all'ultimo anno il Sindaco Gios ci dice che vorrebbe fare, lo stato penoso delle nostre strade, è solo un modo di cercare di giustificare la mancanza di oggettiva concretezza nella realizzazione degli obiettivi degli ultimi due mandati. Se questa è la situazione, viene spontaneo chiedersi come mai si faccia un gran parlare di opere solo e proprio ora, nell'ultimo anno di mandato e ad un anno dalle elezioni comunali. Credo invece che dobbiamo ritornare ad uno stato di maggiore pacatezza e maggiore equilibrio nelle comunicazioni ai cittadini, facendo partecipare i cittadini alla vita pubblica più di quanto è stato fatto finora. Dobbiamo affrontare i problemi assieme, in modo partecipato, tralasciando ogni individualità, anche rispetto agli altri comuni dell'Altopiano. Prima delle grandi opere, le primarie necessità. Diversamente, Asiago non sarà mai "bella"… Asiago, 10 aprile 2013 Maurizio Rossetto Consigliere comunale di Asiago nel "gruppo misto"

giovedì 18 aprile 2013

«Gios come Robin Hood per l'esenzione dell'Imu»

Riportiamo da questo link del giornale di Vicenza 
ASIAGO. Altopiano di Asiago, come la foresta di Sherwood? Ogni tanto mi capita di aprire il coperchio ad una pentola che bolle da tempo, soprattutto quando ci si sente presi in giro e si incorre nel poco felice assioma “cornuti e mazziati”.

13/04/2013
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Altopiano di Asiago, come la foresta di Sherwood? Ogni tanto mi capita di aprire il coperchio ad una pentola che bolle da tempo, soprattutto quando ci si sente presi in giro e si incorre nel poco felice assioma “cornuti e mazziati”.
Così l'articolo apparso nel Giornale di Vicenza di venerdì 29 marzo, nel quale il sindaco di Asiago, Gios, magnificava il suo gesto da Robin Hood sull'Imu, ha fatto da esca a questo mio scritto. Oh, intendiamoci, non è un solitario in queste gesta: anche il sindaco di Roana gli fa buona compagnia nell'emulare il famoso arciere che toglieva ai ricchi per dare ai poveri. Non so degli altri sindaci dell'Altopiano.
Quasi quasi meritano una targa, come quella affissa sulla Torre Bissara a piazza dei Signori di Vicenza che racconta di poco edificanti vicende nel gestire la cosa pubblica.
Il sindaco Gios magnifica il fatto che lui, bravo, è riuscito praticamente ad azzerare l'Imu per i suoi cittadini: addirittura con manovre più da contorsionista che da saggio amministratore, e forse legalmente opinabili, è riuscito anche a far pagare quasi niente ai possessori di seconde case che risiedono nel suo comune. Idem per Roana.
Ma allora quei 4,3 milioni di euro incassati per l'Imu da dove arrivano? Dai signorotti e principi che attraversano la moderna Sherwood che è l'Altopiano: anch'io ho fatto la mia parte, pagando la mia quota di questa rapina (massima aliquota permessa) per la mia villa di 36 metri quadrati in quel di Roana.
Ma almeno il mio sindaco di Roana ha avuto il buon gusto di non andare a sfrucugliare i proprietari recentemente tosati: facciamoli pagare e zitti. Niente “ammuina”
Caro sindaco Gios, pagare va bene, pagare troppo e pagare anche per i suoi cittadini, ed essere presi in giro proprio no.
Lo stillicidio delle piccole trovate a danno dei propietari non residenti è lungo, vario, persino pittoresco. Dalle spese sulla nettezza urbana, ai consumi dell'acqua, tutti forfettizzati, ovviamente a canoni alti a prescindere dai consumi ne sono un esempio disdicevole e arrogante. Chiudo con un detto che dovrebbe essere comprensibile ai più dell' Altopiano: “Mungere le mucche fa bene, ma non bisogna forzarle più di tanto: prima o dopo perdono il latte”. Ah, cara e perduta saggezza contadina.
Gianmaria Righele
Vicenza

lunedì 4 febbraio 2013

TRIBUNALE DI BASSANO DEL GRAPPA: Richiesta di dimissioni del vicesindaco di Asiago Roberto Rigoni.


Come ormai noto, la chiusura del Tribunale di Bassano del Grappa è prevista con decorrenza settembre 2013, con l’accorpamento alla sede del Tribunale di Vicenza.
Questo il verdetto enunciato dalla famigerata legge sulla revisione della spesa pubblica (cosiddetta spending review).
Fino a tale data, però, è ancora possibile scongiurare una fine davvero deprecabile e dannosa: deprecabile e dannosa per l’intero Altopiano di Asiago, il cui destino è inesorabilmente legato al mantenimento della prossimità e vicinanza dei servizi essenziali per il cittadino.
L’ordine degli avvocati di Bassano del Grappa, con la preziosa collaborazione di altri enti di categoria, è stato ed è tuttora in prima fila nella battaglia per la difesa del Tribunale del Grappa.
L’Ordine di categoria bassanese ha organizzato una prima raccolta di firme dei cittadini del comprensorio alcuni mesi fa (consegnate al Ministero di Giustizia in un incontro avvenuto a Roma), e recentemente una seconda, appena conclusa.
La risposta dei cittadini è stata degna di nota e anche in Altopiano l’affluenza è stata notevole, a dimostrazione che anche noi possiamo essere uniti quanto si tratta di fare battaglie importanti.
E’ bene ricordare che l’Ordine degli avvocati di Vicenza ha contrastato (davvero odiosa la lettera inviata direttamente al Ministro Severino) e sta contrastando l’azione di tutto il comprensorio a difesa del Tribunale di Bassano, avendo un preciso interesse, anche economico, acché quest’ultimo presidio venga accorpato alla sede del capoluogo vicentino.
Il vicesindaco di Asiago Rigoni Roberto è, dal 2005, un iscritto dell’Ordine degli avvocati di Vicenza ed ha il suo studio legale proprio a Vicenza.
Egli si è distinto per la sua posizione di NON DIFESA del Tribunale di Bassano del Grappa.
Nessuna iniziativa personale gli è infatti attribuibile in questa direzione.
Anzi, è conosciuta, anche a livello di rappresentanti di categoria, la sua posizione di favore per il Tribunale di Vicenza e di sfavore o, quanto meno, di indifferenza rispetto al mantenimento della sede di Bassano del Grappa.
La conferma viene dal fatto che non si registra alcuna sua adesione o partecipazione alle pur numerose manifestazioni a sostegno della “causa Bassano”.
Parimenti, non si registrano suoi interventi sulla carta stampata o altre iniziative, le quali sarebbero state senz’altro dovute in considerazione del suo ruolo di consigliere comunale, di assessore e di vicesindaco.
Non si ha notizia del coinvolgimento da parte di Rigoni Roberto di esponenti politici della sua “area di pensiero”, coinvolgimento che, se fosse stato da lui promosso, senz’altro non avrebbe mancato di renderlo noto a tutti i suoi possibili elettori.
Non mi consta nemmeno il suo contributo nella campagna di raccolta firme da poco conclusa, nella quale era determinante la partecipazione dei consiglieri comunali, in quanto autenticatori di firma abilitati.
Questi fatti dimostrano inequivocabilmente che il vicesindaco Rigoni ha tenuto una posizione di inescusabile inerzia nella tutela di un preciso interesse della collettività asiaghese ed altopianese tutta.
Anzi, a parere del sottoscritto, il signor Rigoni Roberto, in quanto vicesindaco del capoluogo altopianese, si trova in una situazione di GRAVE CONFLITTO DI INTERESSI RISPETTO ALLA TUTELA DEGLI INTERESSI DEL TERRITORIO. CONFLITTO DI INTERESSI TALMENTE GRAVE E PALESE CHE IL SOTTOSCRITTO RITIENE DOVUTE LE SUE IMMEDIATE DIMISSIONI DA VICESINDACO DI ASIAGO.
La ragione di tale sua “neutralità” ed indifferenza rispetto al problema dipende, verosimilmente, dal fatto che una sua ipotetica azione a favore del Tribunale di Bassano lo avrebbe messo in contrasto con l’Ordine degli avvocati di Vicenza, al quale appartiene.
Nel tentativo di mascherare tale sua colpevole inerzia, egli si erge ora a difensore dell’ufficio del Giudice di Pace di Asiago (vedi Giornale di Vicenza del 27 novembre e 28 novembre 2012).
Nella verità dei fatti, Rigoni Roberto non può vantare alcuna iniziativa personale nemmeno nella difesa dell’ufficio di giustizia di Asiago, difesa che, piuttosto, è riconducibile a determinazioni collettive degli organi dell’ente comunale, senza alcun suo apporto personale.
A volere essere precisi - e la cosa è degna di essere appuntata a futura memoria - la deliberazione di Giunta comunale del 09/11/2012, n. 172, avente ad oggetto “MANTENIMENTO DELLA SEDE DEL GIUDICE DI PACE ASIAGO” che ha stabilito la copertura dei costi del Giudice di Pace di Asiago e, quindi, che consente il mantenimento in attività dell’ufficio per un altro anno (grazie al contributo economico di tutti i comuni del comprensorio, in proporzione al numero di abitanti) registra proprio l’ASSENZA del signor Rigoni Roberto.
Nel merito, la sopra delineata posizione incoerente e contraddittoria del vicesindaco Rigoni emerge chiaramente dalle dichiarazioni al Giornale di Vicenza del 27 novembre 2012 (riguardo il mantenimento dell’ufficio del giudice di Pace di Asiago): “Era importante per la popolazione non dover subire il disagio del trasferimento fino a Vicenza… Ora il prossimo passo è la riqualificazione dell’ufficio, chiedendo al presidente del tribunale di Vicenza funzioni maggiori e più servizi ai cittadini”.
E’ evidente che il vicesindaco Rigoni dà (già) per definitivamente “spacciato” il Tribunale di Bassano del Grappa, così come è palese la sua propensione per “Vicenza tribunale per l’Altopiano di Asiago”.
E tale posizione egli manifesta candidamente, oltre tutto mancando di solidarietà (e rispetto) nei confronti delle molte persone dell’intero comprensorio bassanese che si stanno impegnando fattivamente per la tutela degli interessi di tutto l’altopiano, perché, non dimentichiamolo, la difesa dei presidi di giustizia è una battaglia di civiltà e libertà.
La palpabile e insita incoerenza e contraddittorietà della posizione del vicesindaco di Asiago rispetto al problema sta anche nel ritenere che l’accorpamento del Tribunale di Bassano al Tribunale di Vicenza dia maggiori garanzie di vita del Giudice di Pace di Asiago.
E’ plausibile e probabile che sia proprio il contrario !
Mi chiedo come il vicesindaco Rigoni possa ancora pensare di rappresentare la cittadinanza di Asiago dopo tale sua inescusabile condotta.
In conclusione, l’intera vicenda, che vede triste protagonista il Tribunale di Bassano del Grappa (e tutta la nostra cittadinanza), mette in evidenza il grave ed insanabile conflitto di interessi in cui si trova il signor Rigoni Roberto e, per tale ragione, chiedo le sue dimissioni da vicesindaco del Comune di Asiago (che ritengo dovute a prescindere da ogni richiesta).
Asiago, 4 febbraio 2013
                                                                                                Maurizio Rossetto
                                                                     Consigliere comunale di Asiago nel “gruppo misto”