sabato 27 aprile 2013

I soldi per gli asfalti delle strade c'erano, eccome!!!!

  Ma sono stati impiegati altrove.   Dico subito che ritengo la viabilità e la sicurezza della circolazione un aspetto di fondamentale importanza  per i cittadini, soprattutto in una località turistica di montagna come Asiago. Una spesa fatta per il mantenimento degli asfalti va prima di tutto a beneficio di chi tutti i giorni transita per le strade, oltre a costituire un biglietto da visita per Asiago e l'Altopiano, a favore del benessere dei turisti che dovrebbero trovare qui il loro "salotto" di relax e di ferie.   Strade (e marciapiedi) in ordine significa anche decoro urbano ed economie di altro genere (inutile lamentarsi dell'aumento delle polizze di assicurazione e delle richieste di risarcimento, anche infondate, se le strade sono in pessime condizioni e prestano il fianco agli approfittatori). E' naturale quindi che le polizze aumentino se non si fa nulla per la manutenzione ordinaria degli asfalti.   Per venire al punto, è mio parere che questa Amministrazione comunale non abbia speso quanto necessario per i manti bituminati in questi anni.   Trovo che sia per niente obiettivo dire, come fa il Sindaco Gios, che la causa della situazione penosa delle strade ad Asiago sia da ricondurre al patto di stabilità e alla sua "morsa micidiale", perché è assodato e sotto gli occhi di tutti che l'impegno di spesa del Comune per i manti bituminati è, da anni e anni, largamente insufficiente. Diciamo pure che l'affermazione di Gios, a cui è stato dato ampio risalto sulla stampa, di essere disposto a farsi mettere in carcere pur di sforare il patto di stabilità è una sparata. Le scelte di politica finanziaria del Comune di Asiago sono senz'altro discutibili. Non è possibile, in periodi di "vacche magre" come questo, investire cifre nell'ordine di € 1.000.000 nel 2012 nell’impianto fotovoltaico presso lo stadio del ghiaccio di Asiago ed esaurire tutto il margine del patto di stabilità e poi dare la colpa di tutto ai parametri del patto di stabilità stesso. Questa non è politica del “buon padre di famiglia", non è politica di chi dice di proteggere prima di tutto i cittadini. Prima di investire in impianti di dubbia resa, il "buon padre di famiglia" avrebbe dovuto investire nei manti bitumati, nei marciapiedi e, in definitiva, nella sicurezza e non destinare tutte le risorse effettivamente utilizzabili in un investimento al lungo termine. Come rammenta in ogni articolo il Sindaco Gios, ci sono circa € 2.500.000 in cassa, i quali non posso essere spesi. Ma allora perché fare un impianto fotovoltaico in un periodo così difficile al solo fine di accumulare altre entrate che non possono essere spese? Una buona amministrazione dovrebbe almeno garantire la manutenzione ordinaria, come quella dei manti bituminati.   Ci troviamo di fronte ad uno scenario difficile: quando in sede di approvazione del bilancio del 2012 ho sollevato la questione e detto che, per il momento, l'investimento non si sarebbe dovuto fare, sono stato tacciato di "catastrofismo". Le registrazioni sono disponibili sul sito internet del Comune.   Passando a dati obiettivi, invece, lo stanziamento di bilancio allo scopo è stato complessivamente di euro 250.000 nel triennio 2010-2011-2012, pari a euro 83.333,33 per ogni anno. Non è vero, come, invece, ci è toccato di leggere sulla stampa locale, che "annualmente Asiago spende 250 mila euro per i manti bituminati oltre alle manutenzioni ordinarie con asfalto a freddo…", il che significherebbe euro 750.000 per l'intero triennio, cioè una cifra esattamente tripla rispetto a quella effettivamente impiegata. Quindi sono stati spesi € 250.000 nel 2010 e poi basta. Ma cosa ci vengono a raccontare? La matematica di bilancio non è un’opinione.   E’ chiaro non si può considerare nella spesa per i manti bituminati o asfalti le “grandi opere”, quali il rifacimento di piazze, la costruzione di rotatorie o l'allargamento di strade solo perché prevedono la posa di asfalto, perché una cosa è la spesa per la manutenzione ordinaria e periodica, un'altra sono interventi "straordinari". Il miglioramento della qualità della vita dei residenti e il potenziamento della competitività ricettivo-turistica passa per tutte le strade ed i marciapiedi di Asiago (e di tutto il nostro Altopiano).     L'argomento manti bituminati si sviluppa in simbiosi con quello dello sgombero dalla neve. Anche qui, dico subito che la mia posizione è netta ed intransigente: non è pensabile che una località turistica montana, la quale, indissolubilmente, lega le proprie sorti e fortune di stazione invernale alla presenza di neve, non abbia i soldi per sgomberare le strade dal soffice manto nevoso. Tale problema non dovrebbe nemmeno porsi e il fatto che, al contrario, esista e sia attuale, deve realmente far riflettere. L'adozione, da un paio d'annate, del c.d. compenso forfettario fisso, quale limite prefissato di spesa per lo sgombero delle 15 zone del circuito viabilistico comunale, rende ancor più intollerabile ed inescusabile quella che può ritenersi una vera contraddizione in termini. Ricordo che l'inverno 2011/2012 non è nevicato, quindi i risparmi sulle spese di sgombero neve avrebbero dovuto coprire ampiamente le necessità di questo inverno. E' paradossale che il Sindaco Gios si lamenti del numero (e degli importi) delle richieste di risarcimento danni al Comune a causa dei fondi dissestati delle strade (e dei marciapiedi) quando la situazione è quella sopra delineata. Per passare ai numeri reali, non è vero che, sempre secondo quanto riportato nella stampa locale, il premio della polizza di assicurazione per la responsabilità civile, pari ad euro 50.000, "è raddoppiato rispetto al 2012 per le tante richieste di risarcimento danni". E' vero, al contrario, che il premio della polizza in questione era nel 2011 pari ad euro 56.439,46 e nel 2012 pari ad euro 53.539,91 (quest'ultimo non ancora definitivo e soggetto a ritocco), mentre nel 2013 è previsto ancora per euro 53.539,91, cifra destinata a mutare, eventualmente, in funzione degli effettivi risarcimenti erogati dall'assicurazione. I dati comunicati alla stampa, quindi, si palesano come falsati ed inattendibili. In ogni caso, è ancora una volta il cane che si morde la coda: si risparmia sulla manutenzione delle strade e si finisce per pagare di più sul premio di assicurazione. A chi dare la colpa di tutto ciò? A chi se ne approfitta con richieste di risarcimento infondate ? Però esistono anche quelle fondate, eccome, visto lo stato pietoso delle strade. Va anche detto che le abrasioni e buche dei fondi stradali sono direttamente correlate con la posa di manti di asfalto sottili, i quali non garantiscono una durata accettabile. Viceversa, la levata in profondità e stesura di manti spessi e consistenti garantisce una durata ben diversa e maggiore. Ancora una volta, è questione di scelte politiche e, quindi, di destinazione altrove delle risorse economiche.   In conclusione, sono molto preoccupato di come si è evoluta la politica finanziaria e di bilancio della giunta Gios. La volontà di sfondare il patto di stabilità con le possibili penalità per il futuro della Città di Asiago, le nove opere da oltre € 2.000.000 che all'ultimo anno il Sindaco Gios ci dice che vorrebbe fare, lo stato penoso delle nostre strade, è solo un modo di cercare di giustificare la mancanza di oggettiva concretezza nella realizzazione degli obiettivi degli ultimi due mandati. Se questa è la situazione, viene spontaneo chiedersi come mai si faccia un gran parlare di opere solo e proprio ora, nell'ultimo anno di mandato e ad un anno dalle elezioni comunali. Credo invece che dobbiamo ritornare ad uno stato di maggiore pacatezza e maggiore equilibrio nelle comunicazioni ai cittadini, facendo partecipare i cittadini alla vita pubblica più di quanto è stato fatto finora. Dobbiamo affrontare i problemi assieme, in modo partecipato, tralasciando ogni individualità, anche rispetto agli altri comuni dell'Altopiano. Prima delle grandi opere, le primarie necessità. Diversamente, Asiago non sarà mai "bella"… Asiago, 10 aprile 2013 Maurizio Rossetto Consigliere comunale di Asiago nel "gruppo misto"

giovedì 18 aprile 2013

«Gios come Robin Hood per l'esenzione dell'Imu»

Riportiamo da questo link del giornale di Vicenza 
ASIAGO. Altopiano di Asiago, come la foresta di Sherwood? Ogni tanto mi capita di aprire il coperchio ad una pentola che bolle da tempo, soprattutto quando ci si sente presi in giro e si incorre nel poco felice assioma “cornuti e mazziati”.

13/04/2013
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Altopiano di Asiago, come la foresta di Sherwood? Ogni tanto mi capita di aprire il coperchio ad una pentola che bolle da tempo, soprattutto quando ci si sente presi in giro e si incorre nel poco felice assioma “cornuti e mazziati”.
Così l'articolo apparso nel Giornale di Vicenza di venerdì 29 marzo, nel quale il sindaco di Asiago, Gios, magnificava il suo gesto da Robin Hood sull'Imu, ha fatto da esca a questo mio scritto. Oh, intendiamoci, non è un solitario in queste gesta: anche il sindaco di Roana gli fa buona compagnia nell'emulare il famoso arciere che toglieva ai ricchi per dare ai poveri. Non so degli altri sindaci dell'Altopiano.
Quasi quasi meritano una targa, come quella affissa sulla Torre Bissara a piazza dei Signori di Vicenza che racconta di poco edificanti vicende nel gestire la cosa pubblica.
Il sindaco Gios magnifica il fatto che lui, bravo, è riuscito praticamente ad azzerare l'Imu per i suoi cittadini: addirittura con manovre più da contorsionista che da saggio amministratore, e forse legalmente opinabili, è riuscito anche a far pagare quasi niente ai possessori di seconde case che risiedono nel suo comune. Idem per Roana.
Ma allora quei 4,3 milioni di euro incassati per l'Imu da dove arrivano? Dai signorotti e principi che attraversano la moderna Sherwood che è l'Altopiano: anch'io ho fatto la mia parte, pagando la mia quota di questa rapina (massima aliquota permessa) per la mia villa di 36 metri quadrati in quel di Roana.
Ma almeno il mio sindaco di Roana ha avuto il buon gusto di non andare a sfrucugliare i proprietari recentemente tosati: facciamoli pagare e zitti. Niente “ammuina”
Caro sindaco Gios, pagare va bene, pagare troppo e pagare anche per i suoi cittadini, ed essere presi in giro proprio no.
Lo stillicidio delle piccole trovate a danno dei propietari non residenti è lungo, vario, persino pittoresco. Dalle spese sulla nettezza urbana, ai consumi dell'acqua, tutti forfettizzati, ovviamente a canoni alti a prescindere dai consumi ne sono un esempio disdicevole e arrogante. Chiudo con un detto che dovrebbe essere comprensibile ai più dell' Altopiano: “Mungere le mucche fa bene, ma non bisogna forzarle più di tanto: prima o dopo perdono il latte”. Ah, cara e perduta saggezza contadina.
Gianmaria Righele
Vicenza