venerdì 28 marzo 2014

Fuochi d’artificio: ecco quanto ha speso il Comune

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Elezioni amministrative di maggio: le acque cominciano a muoversi anche ad Asiago. Si parla di cinque liste, anche se per ora molte sono le voci. In lizza ovviamente ci sarà l’attuale vicesindaco Roberto Rigoni, mentre altre liste dovrebbero vedere come candidati alla poltrona di sindaco una vecchia conoscenza come Antonio Lobbia e il commecialista Alessandro Gatti. Proprio nei giorni scorsi, per non dire nelle ultime ore, e’ stata completata una lista (a quanto pare la prima) che si presenta con uno slogan molto significativo” “Si’Amo Asiago Insieme per l’Altopiano”. A farvi parte ci saranno sicuramente due “ex”: Ivan Bau’ e Maurizio Rossetto. E a quanto pare il confronto si fa subito acceso se, come appare dal testo dello scritto qui sotto pubblicato, il gruppo si rivolge come primo atto ufficiale al vicesindaco Roberto Rigoni contestandogli alcune dichiarazioni da lui fatte di recente a proposito dei costi dei Fuochi d’artificio e rimproverandogli una politica turistica poco produttiva.
Autoreferenzialità e autosussistenza. In due parole soltanto potremmo ritenere commentata la risposta di Rigoni Roberto ai rilievi critici fatti con riferimento ai “Fiocchi di luce”. Salvo a minacciare querele che non proporrà, il suddetto non intende “abbassarsi” al confronto con i suoi “accusatori”, perché non intende accettare il rischio insito proprio nel confronto, beninteso quello sano e costruttivo. Il confronto e la trasparenza passano per i dati e i numeri.
Rigoni contesta che il Comune di Asiago abbia speso “oltre 100 mila euro per questa edizione 2014 dei fuochi d’artificio di febbraio. A questo punto, tutti si sarebbero aspettati di conoscere i numeri veri. E invece no: tutti siamo rimasti anche questa volta a bocca asciutta! Ma provvediamo dove non lo è stato fatto.
ScreenShot della risposta di Roberto Rigoni sul sito CronacheBlu. L'articolo citato è : 
FUOCHI CHE SCOTTANO, dal Blog di Trivellato
I dati ufficiali parlano di una spesa di euro 70.000,00 imponibili, oltre ad iva 22% per complessivi euro 85.400,00, ridotti a euro 85.382,92, quale prezzo di effettiva aggiudicazione dell’appalto. Per quanto riguarda il provvedimento di autorizzazione di spesa si tratta di determinazione del responsabile del settore Turismo-cultura-sport n.12 del 13/02/2014, la quale riporta la suddetta cifra finale. Va precisato che detto importo di affidamento comprendeva anche le manifestazioni Asiago in Mongolfiera, Carnevale e Schella Marz. Poco cambia in realtà, perché queste ultime tre manifestazioni hanno una incidenza minima rispetto ai fuochi d’artificio sul costo totale (incidenza non quantificata ufficialmente).
Ciò non toglie che il costo dei fuochi d’artificio del febbraio scorso rimanga elevato e che non ci si possa sottrarre, come fa Rigoni, ad una analisi ragionata dei costi e benefici, comparata con altre iniziative (anche quelle, eventualmente, proposte da altri). Non dimentichiamo che gli stanziamenti riscontrati in consuntivo di bilancio negli ultimi anni a favore del capitolo di spesa del turismo sono lievitati enormemente, a discapito di altri investimenti prioritari. Ci sembra troppo comodo e per nulla convincente l’atteggiamento di chi, per sottrarsi alla critica legittima sulla opportunità della “sua” manifestazione pirotecnica (alla quale egli, per evidenti ragioni di visibilità, dà centrale importanza), cerca di delegittimare la critica perché ritenuta incentrata “su questioni francamente risibili”, suggerendo di concentrarsi, piuttosto che sui fuochi d’artificio, “su questioni più serie come ad esempio l’urbanistica!?”.
Ebbene sì, l’urbanistica è questione più seria dei fuochi d’artificio (aggiungiamo noi: molto più seria), al punto da rendere addirittura “blasfemo” un loro accostamento così superficialmente abbozzato. E’ proprio lì, oltre che, ad esempio, sulla chiusura del Tribunale di Bassano del Grappa ed il suo accorpamento al Tribunale di Vicenza (enorme danno per l’Altopiano), ma non solo, che Rigoni dovrebbe concentrarsi maggiormente, visto e considerato che proprio lì, per lui, vengono le note gravemente dolenti. Ma è chiaro che la critica viene da taluni percepita, non come tale, bensì come un attacco personale e un delitto di “lesa maestà”.
A nostro avviso, 10 anni di mandato da assessore al turismo del Comune di Asiago hanno messo in evidenza la mancanza di una progettualità a monte, a vantaggio di eventi esclusivamente “spot”. La recente azione di promozione turistica in terra russa fa sorgere alcune perplessità: davvero i russi sono interessati a venire qui? Pensiamo che l’apparato ricettivo locale sia in grado di supportare tale proposta? Lo diciamo perché la passata azione di promozione turistica in Germania non pare abbia portato risultati di rilievo. E lo diciamo nella convinzione che quello tedesco sia un mercato sul quale puntare: i tedeschi sono frequentatori abituali di tutta Italia. Abbiamo il vantaggio, non da poco, che debbono transitare per le Alpi e l’Altopiano è sulla loro rotta.
Per tornare alla Russia, circa due mesi fa, Rigoni Roberto dichiarava sul Giornale di Vicenza che, dopo S. Pietroburgo, avrebbe (ossia avremmo) aperto uno Workshop a Kiev, perché anche l’Ucraina sarebbe strategica per noi. Nel mentre l’assessore al turismo faceva tali affermazioni, a Kiev s’innalzavano le barricate, scoppiava la guerra civile, la gente moriva…
A parte questo piccolo aspetto (vogliamo pensare già messo in debito conto, nell’ottica di una strategia anticipatoria dei tempi), c’è da dire che il reddito medio pro capite in Ucraina è di euro 200,00 mensili, i quali, secondo il potere di acquisto della hryvnja non bastano per arrivare senza stenti a fine mese. Ci saranno anche i ricconi come a S. Pietroburgo, ma una società fortemente sperequata come quella ucraina non è garanzia di stabilità e di ricchezza, tanto più perché trattasi di società in cerca di una propria identità e di un proprio futuro, divisa tra nuove tendenze europeiste e vecchie appartenenze russofone. Non riusciamo a capire quale logica spinga Rigoni verso queste “nuove frontiere” del turismo Altopianese. A questo punto, il 2° Workshop oltre i Balcani non rimarrebbe che allestirlo a Sebastopoli, in Crimea, nuovo avamposto dell’armata russa sul Mar Nero.
Per concludere, crediamo che la politica dei fuochi d’artificio abbia un grosso limite intrinseco: soldi spesi senza un ponderato bilancio costi / benefici, ma, soprattutto, soldi spesi in dissonanza con il principio di buona amministrazione della c.d. fecondità ripetuta. In sostanza, mancano nella politica di Asiago dell’ultimo periodo investimenti strutturali, ossia denaro speso oggi che si ritrovi domani. A questa visione non sono certo ispirati i fuochi di artificio “febbraioli”, dove le sostanze economiche vengono, per così dire, impiegate in pochi minuti, per tre sere l’anno, tutti gli anni. Questo genere di eventi non si distingue certamente per la creazione e proposta di un’identità del territorio.
Dopo gli ultimi 10 anni, in ottica Altopiano, possiamo proprio dire che mancano le idee.
Il gruppo “SìAmo Asiago Insieme per l’Altopiano”.

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